Fermare l'aggressione contro la Libia!


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2011-06-24 03:36

USA: "IMPOSSIBILE ESCLUDERE VITTIME CIVILI" - "Mi auguro che sia la Nato a prendere il comando della missione contro la Libia. La Nato è la coalizione in grado di operare velocemente e di attaccare". Lo ha detto a Sigonella il generale Carter F. Ham, comandante degli United States Africa Command. Alla domanda se ci sono state vittime tra i civili ha detto: "Non posso escluderlo. Sono sicuro che i nostri piloti stanno eseguendo con precisione chirurgica i loro compiti. Il regime sta invece facendo vittime civili e questo è inaccettabile". Ham ha anche fatto il bilancio della prima settimana di azioni contro la Libia: "Durante questi sette giorni - ha detto - sono state colpite le stazioni fisse militari libiche. Adesso, la strategia è cambiata perchè si stanno intercettando gli obiettivi in movimento ma con la priorità di non colpire i civili".

AGEDABIA - La tv panaraba Al Arabiya riferisce di nuove bombe sul bunker di Gheddafi ad Agedabia. Carri armati delle forze fedeli al Colonnello hanno preso posizione agli ingressi orientale e occidentale della città, a meno di 200 chilometri a Sud di Bengasi. Secondo Al Jazeera, invece, una delle brigate fedeli al Raìs, rimasta a presidiare la città, è stata circondata dai ribelli libici di Bengasi. Stando a quanto riferito dalla tv satellitare la brigata, che è rimasta completamente isolata e non può più comunicare né ricevere rifornimenti da Tripoli, starebbe trattando per la resa.

MISURATA - Rimane complicata la situazione a Misurata, unica città libica dell’ovest del Paese ancora nelle mani dei ribelli. Le notizie stentano ad arrivare perché la città, che dista solo 200 chilometri dalla capitale, è isolata. Fonti mediche fanno sapere che in una settimana si sono registrati 109 morti e almeno 1300 feriti, mentre alcuni ribelli fanno sapere di aver ucciso almeno 30 cecchini di Gheddafi. Un testimone ha riferito che il regime adesso controlla il porto, impedendo la fuga dei tanti egiziani e lavoratori subsahariani che cercano scampo via mare. Dinanzi alla rada adesso stazionano due navi da guerra e alcune imbarcazioni lealiste. "Al porto c'è una crisi umanitaria. Ci sono più di 6mila lavoratori egiziani, alcuni con le loro famiglie, più alcuni lavoratori africani. Sono andati lì in attesa di una nave che potesse spostarli ma sono rimasti lì". "Da ieri - ha raccontato la fonte - il porto è sotto il controllo delle forze di Gheddafi: hanno mandato due navi da guerra e alcune barche che ora ci assediano dal mare. Non hanno ancora ancora attaccato, ma se lo fanno, migliaia di lavoratori saranno le prime vittime". Un residente locale ha raccontato che, nella serata di mercoledì 23 marzo, gli attacchi aerei delle truppe occidentali hanno distrutto i tank di Muammar Gheddafi alla periferia, ma i carri armati all’interno della citta ' non sono ancora stati colpiti. Tragica la situazione anche negli ospedali, sovraffollati di feriti in cerca di cure mediche. A Misurata mancano medicinali, cibo ed acqua potabile, i residenti sono costretti a raccogliere e bere acqua piovana per sopravvivere. Lo hanno raccontato gli stessi abitanti alla Bbc, aggiungendo che nella città la situazione è resa ancora più critica dalla ripresa dei cannoneggiamenti di Gheddafi. Diversa la versione del vice ministro degli Esteri di Tripoli, secondo cui a Misurata non è in corso alcun bombardamento, si riportano solo piccole scaramucce.

CONTATTI CON GLI USA - Alcuni fedelissimi di Gheddafi starebbero nel frattempo cercando una via d'uscita. La Cnn riferisce, citando fonti del Dipartimento di Stato americano, di contatti tra i 'lealisti' di Gheddafi, tra cui un cognato del Colonnello, e le autorità Usa. Ieri in un'intervista alla Abc il segretario di Stato Hillary Clinton aveva anticipato i movimenti.